Il mestiere di scrittore
Il libro-intervista, pubblicato in prima edizione nel 1994 da Transeuropa, raccoglie una serie di conversazioni sulla lettura e sulla scrittura, tra Pier Vittorio Tondelli e Fulvio Panzeri, realizzate tra l’estate 1989 e l’autunno 1990, per un iniziale progetto di un volume collettivo, poi mai realizzato, sulla narrativa degli anni Ottanta. Voleva essere un momento d’incontro e di confronto tra nuovi critici e nuovi scrittori per offrire uno strumento in grado di riflettere su come era mutata, nel corso del decennio, la possibilità di raccontare storie e che riuscisse a chiarire quello che Peter Bichsel, in Il lettore, il narrare, intuisce come «il bisogno di continuare la tradizione del narrare, perché noi possiamo sostenere la prova della nostra vita solo raccontando».
Le tre conversazioni indagano sull’esperienza umana di Tondelli e lo scrittore, nelle risposte, delinea una sorta di autobiografia letteraria, che racconta i libri, la scrittura, gli anni Ottanta, il rapporto con il mondo, la critica letteraria, le sue letture e i suoi progetti di lavoro. Le tre conversazioni sono state lette, corrette e approvate da Tondelli e mettono in luce la dimensione di uno scrittore che aveva bisogno della letteratura per dar corpo ai suoi sogni e ai suoi desideri, alla parte segreta e interiore che nella scrittura trovava una rappresentazione , ma anche una dissimulazione. Del resto dice Tondelli :
Ho sempre scritto, da quando avevo sedici anni… Per me il fatto di scrivere è sempre stato legato al sogno, al desiderio. Per me la scrittura, il cinema, rappresentavano un modo di evadere, in essi potevo riconoscere il mio desiderio. Per questo ho incominciato a scrivere. Per riappropriarmi di quello che sentivo dentro di me.
E ancora così definisce la necessità della scrittura:
Quando devo definire il mio bisogno di scrittura, mi viene in mente l’immagine data da Botho Strauss che la indica come un ‘mangiare’ la realtà. In pratica con la scrittura si ha uno strumento per vivere. Io, senza questa attività artistica, senza il cinema, senza il teatro, in particolare poi senza l’attività dello scrivere, mi sono sempre sentito assolutamente inutile, e assolutamente incapace di fare qualsiasi altro.
Le conversazioni sono state pubblicate in un libro che propone non solo i testi dell’intervista, ma anche una serie di materiali critici che ampliano i temi stessi affrontati dallo scrittore emiliano. Ne è uscito un volume che aiuta a conoscere l’esperienza intellettuale di Tondelli: lo scrittore si racconta attraverso una riflessione sulle ragioni, anche le più intime, che hanno dato origine ai suoi romanzi e ai suoi racconti; il critico (Generoso Picone) traccia un profilo dell’opera tondelliana, mentre Panzeri percorre un itinerario sui rapporti tra l’opera di Tondelli, la critica che si è occupata dei suoi libri e la ricezione degli stessi da parte dei lettori che si conclude con la proposta della bibliografia completa, ordinata tematicamente, delle opere di Tondelli.
Una successiva edizione del libro-intervista è stata pubblicata da Theoria, nel 1997, nella collana “Scritture”, diretta da Giulio Mozzi. Una nuova edizione, aggiornata e ampliata, è stata pubblicata nel 2001 da Bompiani nella collana “Tascabili”.
Ultimo aggiornamento
10 Dicembre 2021, 11:05