Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli

Centro di documentazione

Introduzione di Antonio Spadaro

Anch’io ringrazio l’Amministrazione comunale e Viller Masoni in particolare, perché hanno creduto a questa iniziativa, e innanzitutto Sandra Siegert che l’ha ideata. Faccio parte del comitato, del gruppo scientifico di lavoro del Centro studi e documentazioni Pier Vittorio Tondelli e quando Sandra ha formulato questa proposta ho aderito immediatamente, perché credo che questa iniziativa sia assolutamente importante, direi quasi decisiva, perché credo sia giusto celebrare Tondelli, ma credo sia assolutamente importante studiare Tondelli. Dunque qui non ci troviamo ad un evento celebrativo ma ad un seminario di riflessione e di studio. Non ci presentiamo uno per uno semplicemente perché faremmo tardi. Allora è vero che mancheranno due relatori ma in ogni caso i tempi sono stretti. E dunque vorremo dare uno spazio al dialogo, ciascuno di noi potrà dire chi è, quando farà le domande. Dunque l’idea fondamentale è riflettere sull’opera di Tondelli. Diceva appunto Viller che si è tenuto a Reggio Emilia, il mese scorso, un convegno in occasione del decennale, questa è un’altra delle iniziative del decennale. I decennali sono sempre dei momenti di riflessione e di bilancio. Sostanzialmente direi una cosa, più che fare il riassunto della puntata di Reggio Emilia. Direi che a dieci anni dalla scomparsa di Tondelli siamo di fronte a un bivio, dal mio punto di vista, cruciale: fino adesso è emersa la passione per Tondelli, cioè, sostanzialmente, il lettore di Tondelli è stato un lettore d’elezione, un lettore catturato dalla sua scrittura, dalla sua pagina. Catturato perché l’ha letto in originale, cioè in italiano o in francese – l’opera in francese in buona parte è tradotta, o ha letto Camere separate in inglese o .…. ma non dirò nulla del tedesco perché Sandra, la dottoressa Siegert, ci parlerà abbondantemente di questo argomento, della ricezione di Tondelli in Germania. Ma non perché le persone, cioè i giovani studiosi si sono dedicati attentamente alla sua opera. Domani si concluderà, con l’assegnazione dei premi ai vincitori, la seconda edizione del Premio per tesi di laurea. La prima edizione ha avuto un numero ridottissimo di partecipanti, credo quattro o cinque, ecco cinque, quest’anno i partecipanti erano complessivamente diciotto. Capite che in due anni è cambiato molto. Un terzo, sei, presso università non-italiane. E qui abbiamo difatti anche dei rappresentanti non-italiani. Allora capite come già il panorama va modificandosi. Per cui non abbiamo soltanto il lettore appassionato, il fan di Tondelli che sbava di fronte ai suoi libri e ha la necessità di scrivere quanto è bello leggere Tondelli. Questo è una cosa ottima, giustificatissima e da continuare a fare ovviamente. Ma questo non basta. Dunque, sostanzialmente mi sembra di capire che su Tondelli si va riflettendo, si vanno aprendo degli studi con metodologie particolari ben definite. Per esempio, accanto a me abbiamo Giulio Iacoli e il suo approccio a Tondelli è un approccio comparatistico. Non dirò quello che dovrà dire lui ovviamente ma per intenderci il suo contributo è – possiamo dire – il primo contributo con taglio comparatistico sull’opera tondelliana. In realtà anche la sua tesi ha un approccio comparatistico, un lavoro molto interessante, che spero verrà pubblicato prima o poi in qualche modo. Ma non solo questo. Ho letto anche altre tesi che hanno un approccio legato alla linguistica, ad esempio, o approcci che utilizzano la sociologia della letteratura. Capite, è uno sviluppo, un procedere in approfondimenti tematici e metodologici che fino adesso non c’era mai stato, dunque il decennale credo che sia un’occasione buona per far emergere questi nuovi approcci. Normalmente i lavori di tesi nascono innanzitutto come dei brevi saggi che chiariscono l’argomento della tesi e quindi diventano lavori più corposi. Quindi abbiamo avuto dei saggi estremamente interessanti, uno di questi è il saggio di Emanuela Patti che affronta il rapporto tra Dante e Tondelli, ad esempio, e oggi avremo appunto un saggio di questa sua ricerca. A questo punto il seminario tondelliano potrebbe essere un appuntamento anche annuale, volendo, per fare il punto della situazione. Per cui il decimo, l’undicesimo, il dodicesimo anno dalla morte di Tondelli significheranno appunto non solo un momento di celebrazione ma anche un luogo di riflessione per fare il punto della ricerca. Allora i segni di speranza si trovano, il lavoro critico dal mio punto di vista consiste nel raccogliere fili, seguire piste, intuire direzioni, verificarle con i testi, con pazienza, senza demagogia. Qua bisogna evitare … sono assolutamente per i punti di vista forti, decisi e anche taglienti di qualunque tipo sull’opera tondelliana. Non amo nessuna prevenzione, da nessuna parte. Per esempio, la mia lettura tondelliana è stata giudicata in vario modo – e ne sono ben contento – da alcuni molto positivamente, da altri molto negativamente. Ma sono contento dei commenti negativi fondati perché questi portano a un incremento della conoscenza e della ricerca. Ma non tollero gli a priori, su nessuna ricerca, ovviamente. Dunque raccogliere fili non è appiccicare etichette, ma applicare, a mio parere, batticuore e saggezza nella ricerca di un senso per la vita come per la scrittura. La faccio breve perché siamo ormai nei tempi. La giornata, il pomeriggio si divide in due parti, la prima parte sarà moderata dalla dottoressa Siegert che si è laureata nel marzo del 2000 presso la Johannes Gutenberg-Universität di Mainz, Magonza in italiano, con una tesi che in italiano suona con questo titolo: Pier Vittorio Tondelli, contesto sociale, politico e geografico dell’opera. Si trova a Pavia per un accordo con l’Università di Mainz. La seconda parte invece sarà moderata da me. “Moderata” che significa? Noi non modereremo gli eccessi, speriamo che questi eccessi ci siano, semplicemente presenteremo le persone che parleranno e quindi apriremo un breve spazio per le domande alla fine di ogni intervento. Alla fine della prima parte del pomeriggio ci sarà un eventuale dibattito, dunque un po’ più ampio e così alla fine della seconda parte. Gli interventi: il primo intervento sarà di Giulio Iacoli sulla felicità. Il titolo è: La felicità, Tondelli e la possibilità di una pienezza esistenziale. Il secondo intervento è di Cary Steven Howie, della Stanford University, il tema è Lo spazio e il prender forma degli spazi e delle emozioni d’amore. Il terzo intervento è di Emanuela Patti, dell’University of Bangor: L’erranza, la presenza tematica dell’esperienza erratica dantesca nell’opera di Tondelli. Dunque la prima parte avrà un taglio squisitamente antropologico, possiamo dire, attraverso le figure della felicità, dello spazio e dell’erranza. Quindi un break, suppongo necessario, perché gli argomenti saranno molto ricchi. Nel secondo momento il primo intervento sarà di Sandra Siegert, sulla ricezione di Tondelli in Germania e quindi dovrebbero esserci altri due interventi di due poverette che sono rimaste bloccate nel traffico tra Bologna e Correggio. Comunque arriveranno prima o poi, spero. Dovrebbero parlare, la prima, Silvia di Fresco del Weekend postmoderno inteso come un romanzo, un romanzo critico, e Chiara Gualdi su Tondelli e l’educazione… È arrivata, benissimo! Sono contento, la cosa mi conforta alquanto. Io vorrei chiudere qui perché mancano due interventi, ma non vorrei andare oltre perché il programma è molto fitto, pensiamo di chiudere entro le venti, spero. Gli interventi potranno essere letti, come diceva Viller Masoni, sul sito internet del Centro di documentazione e vi pregherei di pensare a domande perché credo che le vostre domande possano essere tanto utili quanto gli stessi interventi. Gli studi su Tondelli oggi hanno bisogno di domande più che di risposte. Quelle arriveranno pian piano, ma se riusciamo a formulare delle buone domande avremo anche argomenti di lavoro e di ricerca. Allora grazie e benvenuti. Lascio la parola a Sandra.

Ultimo aggiornamento

23 Dicembre 2021, 12:16